Generazione App by Howard Gardner & Katie Davis

Generazione App by Howard Gardner & Katie Davis

autore:Howard Gardner & Katie Davis [Gardner, Howard & Davis, Katie]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2014-04-14T22:00:00+00:00


Dall’isolamento all’intimità

Finora abbiamo parlato degli effetti di isolamento della mentalità app. Come sosteniamo in questo libro, le app possono essere anche benefiche, se usate bene. Infatti, i risultati delle ricerche degli ultimi dieci anni suggeriscono che molti giovani traggono considerevoli benefici, sul piano interpersonale, dall’utilizzo dei media digitali.24 Queste ricerche indicano che, in linea di massima, i giovani non usano la comunicazione online semplicemente per sostituire l’interazione faccia a faccia, ma piuttosto a supporto di essa. I media digitali sono dunque associati a un effetto di stimolazione: maggiori opportunità di comunicazione con i propri amici comportano un aumento dei sentimenti di vicinanza con loro.

Abbiamo identificato benefici simili nella nostra ricerca sulle esperienze degli studenti delle superiori e sulla loro percezione della comunicazione online con i coetanei.25 Abbiamo scoperto che la comunicazione online può generare senso di appartenenza e apertura di sé, due importanti meccanismi di formazione dei legami di intimità durante l’adolescenza. I media digitali possono essere particolarmente benefici per quei ragazzi che vanno incontro a una sorta di ostracismo nei contesti offline, aiutandoli a trovare o a costruire un senso di appartenenza a una comunità online.26

Ovviamente, anche se un senso di appartenenza è preferibile a un senso di isolamento, non è necessariamente un bene in sé (per esempio, si può appartenere a un hate group, come è stato nel caso degli autori di alcune stragi). Né una connessione è necessariamente un legame intimo – può essere una relazione transazionale, e non una relazione di affetto, tanto meno una relazione che ci trasforma. Consideriamo la nostra discussione su Snapchat nel capitolo precedente: abbiamo notato come i messaggi che si autodistruggono, scambiati tramite questa applicazione, non sono un vero dialogo quanto piuttosto una serie di comunicazioni a senso unico che possono essere prive di qualsiasi connessione fra loro.

Anche un’altra applicazione, Facetime (la risposta di Apple a Skype), può essere usata per illustrare la facilità con cui è possibile cadere in uno scambio transazionale anziché trasformazionale. Quando Katie e Molly hanno usato per la prima volta Facetime per comunicare a distanza, la prima cosa che Katie ha notato è stata l’impossibilità di un autentico contatto visivo. Se si vuole che l’altra persona abbia l’impressione di essere guardata negli occhi, bisogna guardare la telecamera invece dei suoi occhi. In altre parole, per creare l’illusione del contatto visivo è necessario evitarlo deliberatamente. Un’altra cosa che Katie ha subito notato era la presenza della propria immagine in un angolo dello schermo. Per lei era molto difficile non darle un’occhiata ogni tanto, cosa che sviava la sua attenzione dall’immagine di Molly; Molly era evidentemente altrettanto attratta, se non di più, dalla “trappola di Narciso”. A un certo punto della loro conversazione Katie ha fatto una faccia buffa e si è stupita che Molly non avesse alcuna reazione; quando Katie le ha fatto notare la cosa, lei ha ammesso con un certo imbarazzo che stava guardando la propria immagine anziché quella di sua sorella. In generale, l’esperienza di Katie con Facetime, Skype e Google Hangouts l’ha portata



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